Chi scrive non può fare altro che parlare dall'ottica di chi ha sulle spalle una lunga militanza come lettore della serie.
Non so dire, con certezza almeno, se questo albo sia in grado di appassionare nuovi lettori.
Tuttavia, causa le atmosfere da fantascienza cyberpunk dei primi anni '90 mi permetto di sollevare qualche dubbio. Non è un caso se negli ultimi 10 anni (specie dopo la saga della guerra tra la Terra e le Stazioni), Vietti e Olivares avevano modificato l'intera impalcatura scenografica. In sostanza avevano tolto le atmosfere alla Blade Runner (belle ma sorpassate) e inserito elementi più "alla Matrix" (esplosivi nella doppia storia "Heliopolis", NN 178-179). Procedimento alla quale aveva contribuito anche Michele Medda (nella splendida tripla "La squadra segreta", NN 162-164 e poi nel seguito ideale "I figli dell'apocalisse", NN 187-188). Lo stesso Serra aveva di fatto abbandonato quell'impostazione, inserendo nella continuity un personaggio assolutamente unico come l'Uomo Quantico (Speciale 14, Gigante 9, NN 190 e via dicendo).
Assistiamo qui, come preannunciato, ad un ritorno allo stile originale. Che pensare di tale scelta? Semplicemente possiamo fare due constatazioni. La prima è che solo qualora questo ritorno al passato fosse funzionale a narrare in altra luce le origini del personaggio allora potremmo dire che si tratta di un piacevole tuffo nei bei ricordi del passato. Narrare avventure del lontano passato con lo stile e le atmosfere del tempo è una cosa perfettamente comprensibile e molto apprezzabile.
Se invece si tratta di un ritorno definitivo, destinato a durare oltre il 4° capitolo della serie invece il discorso cambia. E il parere diventa negativo, dal momento che la fantascienza non deve essere immutabile (1) e anzi deve sempre cercare di essere credibile.
Quale che sia la risposta lo sapremo forse in parte già nel prossimo albo. Nel quale compare Hadija. Se infatti gli eventi narrati nell'albo di cui stiamo parlando sono datati nel 2091 (tranne il prologo che viene collocato nel 2088) necessariamente per vedere Hadija è necessario correre fino al 2096 (e uscirà di scena nel 2104). E già qualche differenza c'era (con il subentro di De Angelis). Vedremo.
La storia in se.
Senza essere una storia particolarmente originale e senza che riveli nulla sulla saga nel suo complesso (la caccia ad una ladra di tecnologia militare su commissione di Aristotele Skotos) alla fine è difficile non concludere la lettura con una certa soddisfazione.
Sarà la presenza di Aristotele Skotos (2) e della moglie Sada. Sarà perchè rivediamo Mac e Ubiq (e le due vicine strambe, Katia e Giulia). Sarà per quel tuffo nel passato di cui si parlava sopra. Ma è davvero una lettura piacevole.
E qui vanno fatti i complimenti a Perniola che riesce a imprimere un ritmo perfetto alla storia. Nessun momento di noia, nessun dialogo inutile e un ottimo recupero del Nathan Never musone degli inizi.
Difficile lamentarsi di qualcosa. Dico davvero.
Disegni.
Sergio Giardo mi era già piaciuto ne "I difensori" (NN 246). Qui se possibile mi è piaciuto ancora di più.
In particolare splendida la sua Legs (che per la nota è stata fatta vagamente tettona, come era nella serie a lei dedicata....) e ottimo Aristotele Skotos. Ma più in generale un recupero perfetto della atmosfere delle origini.
Poco altro da dire. E questo è un altro modo per fare un complimento.
La saga.
Troppo presto per fare qualsiasi osservazione sulla "saga nella saga" (cioè questi 4 albi inclusi nella Guerra dei Mondi). L'inizio è ottimo però. Quindi attendiamo fiduciosi.
Valutazione.
Soggetto (di Antonio Serra): 7
Sceneggiatura (di Mirko Perniola): 8.5
Disegni (si Sergio Giardo): 8.5
(1) a tal proposito ricordo che già una volta Serra ha tentato di dar vita ad una serie regolare con temi grafici e trovate tecnologiche che richiamavano la fantascienza degli anni '70. Si trattava di Gregory Hunter. E durò appena il tempo di 17 albi....
(2) che a mio parere resta il supernemico più riuscito nella storia della collana.
Non so dire, con certezza almeno, se questo albo sia in grado di appassionare nuovi lettori.
Tuttavia, causa le atmosfere da fantascienza cyberpunk dei primi anni '90 mi permetto di sollevare qualche dubbio. Non è un caso se negli ultimi 10 anni (specie dopo la saga della guerra tra la Terra e le Stazioni), Vietti e Olivares avevano modificato l'intera impalcatura scenografica. In sostanza avevano tolto le atmosfere alla Blade Runner (belle ma sorpassate) e inserito elementi più "alla Matrix" (esplosivi nella doppia storia "Heliopolis", NN 178-179). Procedimento alla quale aveva contribuito anche Michele Medda (nella splendida tripla "La squadra segreta", NN 162-164 e poi nel seguito ideale "I figli dell'apocalisse", NN 187-188). Lo stesso Serra aveva di fatto abbandonato quell'impostazione, inserendo nella continuity un personaggio assolutamente unico come l'Uomo Quantico (Speciale 14, Gigante 9, NN 190 e via dicendo).
Assistiamo qui, come preannunciato, ad un ritorno allo stile originale. Che pensare di tale scelta? Semplicemente possiamo fare due constatazioni. La prima è che solo qualora questo ritorno al passato fosse funzionale a narrare in altra luce le origini del personaggio allora potremmo dire che si tratta di un piacevole tuffo nei bei ricordi del passato. Narrare avventure del lontano passato con lo stile e le atmosfere del tempo è una cosa perfettamente comprensibile e molto apprezzabile.
Se invece si tratta di un ritorno definitivo, destinato a durare oltre il 4° capitolo della serie invece il discorso cambia. E il parere diventa negativo, dal momento che la fantascienza non deve essere immutabile (1) e anzi deve sempre cercare di essere credibile.
Quale che sia la risposta lo sapremo forse in parte già nel prossimo albo. Nel quale compare Hadija. Se infatti gli eventi narrati nell'albo di cui stiamo parlando sono datati nel 2091 (tranne il prologo che viene collocato nel 2088) necessariamente per vedere Hadija è necessario correre fino al 2096 (e uscirà di scena nel 2104). E già qualche differenza c'era (con il subentro di De Angelis). Vedremo.
La storia in se.
Senza essere una storia particolarmente originale e senza che riveli nulla sulla saga nel suo complesso (la caccia ad una ladra di tecnologia militare su commissione di Aristotele Skotos) alla fine è difficile non concludere la lettura con una certa soddisfazione.
Sarà la presenza di Aristotele Skotos (2) e della moglie Sada. Sarà perchè rivediamo Mac e Ubiq (e le due vicine strambe, Katia e Giulia). Sarà per quel tuffo nel passato di cui si parlava sopra. Ma è davvero una lettura piacevole.
E qui vanno fatti i complimenti a Perniola che riesce a imprimere un ritmo perfetto alla storia. Nessun momento di noia, nessun dialogo inutile e un ottimo recupero del Nathan Never musone degli inizi.
Difficile lamentarsi di qualcosa. Dico davvero.
Disegni.
Sergio Giardo mi era già piaciuto ne "I difensori" (NN 246). Qui se possibile mi è piaciuto ancora di più.
In particolare splendida la sua Legs (che per la nota è stata fatta vagamente tettona, come era nella serie a lei dedicata....) e ottimo Aristotele Skotos. Ma più in generale un recupero perfetto della atmosfere delle origini.
Poco altro da dire. E questo è un altro modo per fare un complimento.
La saga.
Troppo presto per fare qualsiasi osservazione sulla "saga nella saga" (cioè questi 4 albi inclusi nella Guerra dei Mondi). L'inizio è ottimo però. Quindi attendiamo fiduciosi.
Valutazione.
Soggetto (di Antonio Serra): 7
Sceneggiatura (di Mirko Perniola): 8.5
Disegni (si Sergio Giardo): 8.5
(1) a tal proposito ricordo che già una volta Serra ha tentato di dar vita ad una serie regolare con temi grafici e trovate tecnologiche che richiamavano la fantascienza degli anni '70. Si trattava di Gregory Hunter. E durò appena il tempo di 17 albi....
(2) che a mio parere resta il supernemico più riuscito nella storia della collana.
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