Perché?
Un capolavoro per tante ragioni. La prima è Lincoln stesso. Perchè alla fine uno deve chiedersi che cosa ci rimane del presidente abolizionista una volta visto il film. Ecco, a ragion veduta diciamo che ci rimane un personaggio unico e straordinario. Un uomo di potere che non amava il potere; un uomo umile e semplice e pure regale come nessun altro; un oratore quasi impacciato e pure magnifico nelle sua eloquenza; un presidente ma prima ancora un padre sia per i suoi figli che per il suo paese; infine un uomo pragmatico e concreto, ma sempre determinato a realizzare un sogno. Un uomo, insomma in cui tutti si riconoscono dai figli ai concittadini allo spettatore stesso. Più semplicemente: affascina, questo Lincoln, e ti accompagna anche fuori dalla sala incuneandosi li, da qualche parte nella tua testa, con i suoi meravigliosi discorsi e le sue azioni con le quali riesce a toccare tutti i tasti giusti. Merito anche di Daniel Day-Lewis, che si è calato nella parte in maniera incredibile.
Ma c'è tanto altro oltre al presidente. A partite dagli altri personaggi diremo. Una menzione va fatta per la moglie. L'idea è chiara: rendere una donna che fosse al tempo stesso forte, combattuta e combattiva e dilaniata dal dolore per una perdita terribile. Spielberg ci riesce senza fare ricorso a facili pietismi e senza mai cadere negli stereotipi. Ma ce ne sono troppi per soffermarsi su ognuno dei componenti di questo straordinario mosaico.
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