lunedì 7 ottobre 2013

Dampyr #163 - Halloween. Pennellate d'autore!


Più che la storia poterono i disegni. E questo è, grossolanamente parlando, il riassunto dell'albo in questione. Che contiene una storia senz'altro divertente, assolutamente adeguata agli altissimi standard qualitativi a cui Boselli ci ha abituato, ma che di per se passerebbe in fretta senza magari lasciare grandi tracce nella memoria del lettore (poi mi spiego, che se non sembra una frase offensiva, cosa che non è e non vuole essere), ma che offre una prova monumentale ai pennelli. 




Prima regola: non chiedere 
Una storia di Halloween è una storia dell'orrore. Una storia di cui un lettore medio della serie ogni tanto sente il bisogno perchè, pur necessitando di trame complesse, di sviluppi formidabili (dal n° 150 e fino al mese scorso ne abbiamo avuti una sfilza impressionante) e di colpi di scena spiazzanti, fa piacere trovare dell'horror puro e semplice senza troppe complicazioni. E infatti, come dice la regola aurea del genere, la prima regola consiste nel non fare domande inutili. Ecco perchè alcune mancate spiegazioni (come ad esempio sapere chi sono i Krong) non rappresentano un  problema e perchè lo scarso spessore di molti personaggi per una volta non è una ragione di biasimo. Fa parte del gioco e Boselli si muove benissimo nel contesto da lui creato (l'ameno paesino di montagna) e trova perfino il tempo di far rientrare perfettamente il tutto nella coerenza del contesto Dampyriano. 
Non sarà una storia da ricordare nei secoli dei secoli, ma è comunque un episodio che come detto sopra è divertente e che si lascia leggere volentieri.


Del talento purissimo
Quello che invece si fa fatica a spiegare è il lavoro fantastico di Marco Santucci (inchiostri di Patrick Piazzalunga che contribuisce in maniera determinante visto l'eccellente lavoro). Non un tratto fuori posto, non un personaggio che non sia perfetto in ogni dettaglio e un'abilità straordinaria nel trasmettere le atmosfere del racconto superando anche alcuni limiti della trama. Avete presente quando si parla di disegni che rappresentano un valore aggiunto? Ecco, si parla di prove di questo tipo.

Voto 
Soggetto: 6.5
Sceneggiatura: 6.5
Disegni: 9



P.S.: non sono mai stato un fan delle copertine di Enea Riboldi, ma stavolta ha fatto davvero un gran bel lavoro a prescindere dai gusti personali. 

6 commenti:

  1. Per una volta non sono d'accordo (per fortuna, altrimenti sembra che sti commenti te li scrivi da solo!)
    Va bene, l'idea di fondo del paese che si trova in una zona d'ombra in cui è possibile evocare i defunti come difensori del paese stesso è carina.
    Va bene, è una storia puramente horror, fatta per omaggiare le feste dei santi e dei morti (e quando il vecchio dice che la festa dei morti non l'hanno inventata gli americani ho goduto).
    Va bene, i disegni sono molto buoni.
    Va bene, non chiedere... però...
    Dopo parecchie storie di alto livello, considerando anche il maxi estivo, questo numero mi è parso un po' una caduta di tono.
    I krong mi sembrano letteralmente buttati lì. Servivano dei cattivi, non particolarmente impegnativi, che fossero in grado di minacciare un intero paese. Però sembrano costruiti un po' frettolosamente e il non farci sapere nulla di loro personalmente mi irrita. Sono persone insospettabili che vengono da tutta Italia e hanno deciso, quella notte, di dar sfogo alla violenza (con quale obiettivo?). Usano armi a taglio molto fantasy (ma non disdegnano l'esplosivo, anche se poi non arrivano a usarlo), si depilano completamente (?!), si dipingono il corpo con segni tribali (con quale significato?) e se ne vanno in giro fra ottobre e novembre in mutande e scalzi, senza manifestare segni di freddo (Kurjak presume che usino psicofarmaci, ma non si capisce in base a cosa). Perché tutto questo?
    Poi c'è una scena che proprio non va giù.
    Kurjak è un ex soldato esperto e addestrato, ex mercenario, ha combattuto la guerra nei Balcani, combatte vampiri, fantasmi, demoni e mostri vari in giro per il pianeta e anche su altre dimensioni; in un mondo oscuro in cui si combatte un'eterna lotta contro le tenebre è stato scelto come campione degli umani e li ha guidati in un'impresa impossibile. E' stato ferito innumerevoli volte e, in almeno una di queste, ha rischiato di lasciarci le penne, ma malgrado tutto, ha sempre continuato a combattere, anche se malridotto. E' stato all'infermo, dove è stato anche torturato, ma ha resistito e appena liberato ha affrontato alcuni duca dell'inferno... in pratica è in assoluto uno dei personaggi più tosti dell'universo bonelliano, forse il più tosto, considerando che è solo un comprimario... eppure sviene in pochi secondi perché gli lanciano un pugnale in una spalla!
    Ma dai!

    Sulla copertina nulla da dire. Non ho nulla contro Rimboldi, se non che secondo me un fumetto di questa qualità, ma che è pur sempre un prodotto commerciale, necessiterebbe di copertine più accattivanti. Questa non mi pare mal fatta, ma il volto di Harlan...

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    1. Uhm si in effetti ci sono parecchi punti oscuri e capisco benissimo le tue perplessità....appunto io la vedo come una storia slegata dalla continuity, un episodio quasi speciale e avulso dal resto delle serie. Poi chiaro che se fosse un tipo di albo pubblicato di frequente ci sarebbe qualcosa da ridire, ma così per una volta....
      Quanto a Kurjak vale il discorso della serie regolare...alla lunga i personaggi incappano in incoerenze dovute alla trama (come sanno soprattutto i fans di Nathan Never che hanno vissuto per 22 anni cambiamenti di ogni tipo e rivoluzioni repentine), basta che non succeda negli snodi fondamentali della saga però...
      Poi questo è quello che penso io e che non è necessariamente giusto o vero, ci mancherebbe

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    2. Va bene, vediamolo come un episodio speciale. Mi faccio contagiare dal tuo ottimismo.
      Però Kurjak che sviene come un novellino no, quello non mi va giù...

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  2. Cavoli, ha un coltello in na spalla, vorrei vedere te! ; )

    In quanto ai Krong, è così che devono essere: senza spiegazioni, nella miglior tradizione dei romanzi splatter all'americana, stile Laymon o Ketchum. Si depilano (vien detto) e vanno in giro nudi, per lasciare in giro meno DNA possibile.

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    1. Infatti concordo...sul fatto che vadano a zonzo in mutande credo sia funzionale a renderli più estranianti, ma non voglio approfondire :-)

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    2. Io sverrei, non c'è dubbio. Forse anche mentre me lo stanno lanciando, prima ancora che mi colpisca, così, giusto per stare sul sicuro! Però io non sono tosto come dovrebbe essere Kurjak.
      Però si fa così, tanto per essere pignoli. Dampyr resta al momento la mia serie preferita (purtroppo ha superato il latente NN)

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