sabato 18 maggio 2013

Nathan Never #264 - Oscuri segreti. La recensione

Trovo particolarmente difficile scrivere una recensione di questo albo. Tanto vale andare per gradi.....

Essenzialmente 
Partiamo dalla domanda fondamentale con cui apriamo ogni volta: è un bell'albo? Ecco diciamo di si e diciamo di no.
Seconda domanda: è un albo che serve alla continuity? Oh, si decisamente! 

E quindi? 
Ecco, forse possiamo dire qualcosa. Diciamo che è un albo che prima o poi, all'interno di una continuity sempre più articolata, deve arrivare. Non serve a portare avanti gli eventi (e infatti non succede quasi nulla), ma contribuisce a dare profondità all'universo narrativo di appartenenza. Una storia che quindi serve e ha una sua funzionalità.

Ma la storia?  
Qui sta l'altro punto. Una storia funzionale non sempre riesce ad essere appassionante o indimenticabile. Forse non c'è neppure questa ambizione da parte di chi la scrive, che verosimilmente deve spostare la sua attenzione su altri elementi. Però sarebbe ingiusto fermarsi a questo. 
Secchi (che se non erro mancava dallo straordinario n° 212, "Vittime e carnefici") è uno che sa il fatto suo. Decisamente. E infatti riesce a rendere godibile una storia che rischiava di essere noiosa e molto scorrevoli dei dialoghi che potevano risultare logorroici. Inoltre riesce in due cose non facili: dare un senso di coralità che mancava da molto tempo (l'annoso problema di un'Agenzia che rimaneva sempre sullo sfondo) e a non ricorrere mai ai classici riassuntoni del passato oramai divenuti indigeribili. E se questo vi sembra poco.... 

Insomma.... 
Una storia gradevole e diversa che non cerca di essere indimenticabile, ma che riesce a dare un contributo notevole alla continuity. Se questo era l'obiettivo diciamo che è stato centrato, a patto che si ricordi che una storia del genere una volta può funzionare. Ma solo una volta. 

Disegni
Anche Andrea Bormida mancava dalla serie regolare da un sacco di tempo (anche qui vado a naso...dal n° 190 "Le spirali del Multiverso"...a naso!). Un compito non facilissimo essendo difficile incidere in una storia che presenta pochi momenti d'azione e di fatto è costellata da faccia a faccia, primi piani e da una sola vera ambientazione. Anche qui valutiamo in modo diverso dal solito e ci limitiamo ad osservare che il risultato è comunque più che gradevole. 


Valutazione
Bella questa! Stavolta niente voto....è chiaro che questo albo andrà valutato per l'impatto che avrà sul lungo termine.... fate sapere che ne pensate in caso. 
Però diciamo che ti è piaciuto, ecco. 

2 commenti:

  1. Ciao. Apprezzo la "misura" con cui hai valutato questo numero. Non è un numero da urlo, ma apprezzabile per chi, vecchio lettore di Nathan Never come me, sente il bisogno di ritrovare alcune atmosfere e caratteri. Ovviamente sperando che sia un ennesimo punto di ri-partenza che poi abbia dei seguiti. Bene, questa volta, la colorazione della copertina, recentemente non mi erano piaciute tanto. Ho ancora fiducia nelle prossime storie della serie regolare, negli scorsi mesi mi sono piaciuti il n.262 L'Ultimo regalo e n.258 Haiku. Adriano

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    1. Ciao. A conti fatti secondo me gli ultimi mesi dimostrano che il Nathan che funziona meglio è ancora quello di 20 anni fa, ossia quello introspettivo e riflessivo. Non a caso anche a te sono piaciuti quei due albi che hai indicato (258 e 262). Quanto alle copertine diciamo che non apprezzo molto lo stile attuale, ma insomma non può piacermi tutto :-)

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