Oggi parliamo "Dietro gli occhi azzurri", ossia 3° capitolo di Legion 75, miniserie (ma già lo sapete) edita da Star Comics con cadenza bimestrale.
la copertina dell'albo |
Trama.
Partendo dalla storia vera e propria posso dire che per la prima volta la storia dell'Uomo senza nome (ossia la parte ambientata nel mondo post-apocalittico del 1985) è nettamente più avvincente della parte dedicata a Byron Truman.
Il motivo è semplice. Finalmente l'Uomo senza nome vive una vicenda diversa da quelle in media caratterizzano la serie (sparatorie, fughe, sparatorie, spiegazioni e ancora sparatorie). In particolare per la prima volta si assiste alla degenerazione psichica che il disastro ha prodotto nelle persone e quindi viene dato risalto anche al lato umano che finora era del tutto assente.
Altro particolare non secondario: l'autore fa ricorso ad una sana dose di elementi orrorifici (il mezzo mostro Hund, il laboratorio, il figlio della dottoressa pazza, le carcasse dei cadaveri, ecc....). E vista quella che è l'ambientazione della serie era pure ora...
Per carità: nulla di originale dal momento che si riprendono i classici cliché della madre/scienziata impazzita, dell'uomo disumanizzato dalla folle mano del nemico oscuro (alias: il Sovereign, di cui non si ancora nulla in realtà...) e via discorrendo. Però il tutto funziona e anche abbastanza bene. Peccato solo che come al solito il nostro protagonista si trovi ad avere poi vita facile, trovando quello che gli serve sempre a portata di mano (e se non lo trova a comunque altri clamorosi colpi di fortuna...).
Byron Truman invece stavolta non funziona (o comunque funziona meno bene insomma). L'idea del killer psicotico dell'MI6 tradito e braccato è molto interessante e nei primi due albi ha funzionato alla grande. Al terzo giro di pista invece lascia quasi indifferenti. Non fosse altro perchè oramai il personaggio e la trama sembrano intrappolati in un meccanica che non permette variazioni significative. Come nei due albi precedenti l'agente da di matto, fa una carneficina (peraltro di violenza indicibile, ma visto il personaggio ci sta perfettamente) e alla fine passa ogni stato d'animo possibile. Ma, appunto, tutto già visto. E quindi si spera che la trama della serie finalmente faccia un passo avanti.
Infine si nota che arrivati a metà della serie (visto che sono previsti 6 albi totali) non si capisce ancora cosa davvero voglia il Sovereign....
Disegni.
Ho già avuto modo di dire che non sono un grande estimatore di Renato Riccio. Ciò non di meno devo dire che la continuità grafica data a Byron Truman e all'intera serie di vicende del 1975 è un elemento assolutamente positivo. Comunque lo stile continua a non piacermi. E ancora, come nei due casi precedenti, si ricorda che sono gusti personali.
Molto belli invece i disegni di Simone Delladio. Qui mi è piaciuto praticamente tutto, specie Hund e più generale la raffigurazione dei personaggi presi in considerazione. Piccola osservazione: il mostro che appare alla fine, quello sotto vetro liberato nel finale è platealmente ripreso dallo Shra che si è visto su "Alfa" (Nathan Never #107). Solo che li il volto umano era quello di Branko, qui è quello di un bambino. Chiara la fonte di ispirazione insomma :-)
Valutazione.
Soggetto: 6.5
Scenggiatura: 6.5
Disegni: 6 (Riccio), 7 (Delladio)
P.S.: in quarta di copertina si annuncia l'imminente uscita (ossia a partire dal mese di aprile già in corso) l'uscita di una nuova mini, intitolata "Law". Vale sempre la pena di dare un occhio almeno al primo albo :-)
Si... quella a fianco è la copertina del primo albo.
P.S.: in quarta di copertina si annuncia l'imminente uscita (ossia a partire dal mese di aprile già in corso) l'uscita di una nuova mini, intitolata "Law". Vale sempre la pena di dare un occhio almeno al primo albo :-)
Si... quella a fianco è la copertina del primo albo.
Nessun commento:
Posta un commento