After Dark è un libro decisamente diverso dalla media alla quale Murakami ha abituato i lettori. Nessuna suggestione surrealistica, nessun elemento "fantastico" e nessuna allucinazione onirica. Non assomiglia quindi a "1Q84", a "Dance Dance Dance" o a "Kafka sulla spiaggia" (di cui mi riprometto di parlare nei prossimi giorni).
Ma a ben vedere non ci sono neppure i drammi personali e le disanime intimistiche che caratterizzano romanzi come "Norwegian Wood" o "La ragazza dello Sputnik".
E allora che cos'è questo "After Dark"?
Una cosa semplice. La storia di una notte. O meglio (perchè sempre di Murakami si parla) la storia di 6 personaggi che si incontrano, per caso, in una notte come tante altre, nel cuore pulsante della "bestia". Dove la bestia è l'immensa città di Tokyo.
Si comincia da Mari, studentessa di 19 anni, che passa la notte in un bar leggendo un libro. Personaggio affascinante. Come può esserlo una ragazza sola nella notte, tendenzialmente asociale e malinconica. Attorno a lei ruoteranno le altre storie. Nel bar infatti entra Takahashi, studente (si fa per dire...) che suona il trombone in un gruppo Jazz. Il ragazzo conosce Mari. Ma soprattutto la sorella di lei, la bellissima Eri. Che dorme a casa sua. Ma è un sonno strano, troppo profondo che scopriremmo, per bocca di Mari, non essere del tutto normale. Dorme in una stanza quasi spoglia dove c'è una tv che si accende e qualcuno osserva. Ma la notte è lunga e Mari, a suo modo, si trova ad avere a che fare con una prostituta cinese che è stata picchiata in un Love Hotel da un mite impiegato con qualche demone dentro. La direttrice del Love Hotel, ex lottatrice, le chiederà una mano. E la storia procederà. Via via sempre più intensa e profonda fino a farci conoscere nell'intimo Mari e tutti i personaggi che in una notte si possono incontrare. Ma è una conoscenza, quella che abbiamo dei personaggi, limitata. Perchè? Perchè in una notte non ci è dato di sapere più di quanto le persone sono disposte a dirci. E allora ci limitiamo ad afferrare brandelli di confessioni.
Una storia fatta di lacerazioni e tagli. Di separazioni. Ma, e qui sta il bello, priva di pessimismo e fatalismo. Soprattutto una storia normale, dove dall'enorme mosaico composto da personaggi diversi e, per certi versi, inavvicinabili, traspare un forte senso di solidarietà. Ogni personaggio finirà per incidere sulle scelte del'altro e per stopparne una routine fine a se stessa e mai fine alla felicità.
Due sono i personaggi che più si imprimono nella memoria: le due sorelle, Mari ed Eri. La prima è l'anima del racconto, la seconda è la vittima (se così si può dire) consapevole di se stessa. Due anime diverse e divergenti. Ma anche due cuori che battono all'unisono in una ricerca spasmodica e inconsapevole della metà mancante.
Oscilliamo tra realtà e sogno. Che rimangono però distinti. Anche se alla fine rimane il dubbio che, nel cuore della notte, esista davvero una differenza tra ciò che è reale e ciò che immaginiamo.
E alla fine vorremmo sapere dove ha portato la notte. Ma al sorgere del sole tutto finisce. E una notte può cambiare molte cose, ma solo il tempo ne porta i frutti. Vi chiederete cosa voglia dire. Leggete il libro e lo saprete :-).
P.S: anche lo stile narrativo è molto diverso dagli altri lavori di Murakami. Vediamo tutto attraverso una telecamera immaginaria, come spettatori davanti ad uno spettacolo televisivo in cui tutto è accompagnato da una voce narrante fuori campo. Un esperimento post-modernista. Ma decisamente riuscito.
Altri libri dello stesso autore.
1- Dance Dance Dance
2- Norwegian Wood
3- 1Q84
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