La facciamo il più breve possibile che da un po' di tempo non riesci a dedicarti per davvero al blog e quindi fai quello che puoi, sempre allo scopo di passare un po' di tempo scrivendo di questo e quello.
Il numero in questione ha dalla sua un eccellente sceneggiatore, ossia quel Giovanni Di Gregorio che negli ultimi tempi ti ha dimostrato con disarmante facilità di poter scrivere di tutto e di più, in ogni genere e con stili diversi a seconda del soggetto e sempre tenendo altissima la qualità.
L'altro punto di forza sta nell'apporto grafico e dal solito (si fa per dire) Giovanni Freghieri sul quale è inutile spendere parole, perchè qualunque complimento è sempre più che meritato.
Stando a questo dovresti poter dire che hai per le mani una gran bella storia e via dicendo. Lo puoi dire? Ti senti di dirlo? Ma sicuro sicuro? Beh...accidenti, no, non posso dirlo! E no, questo non significa che si tratti di una brutta storia scritta male o che altro. Semplificante è una storia così, che definiresti scritta bene, in modo ortodosso, facile da seguire, con qualche spunto decisamente buono, un buon ritmo narrativo, eccetera, eccetera.
Quindi?
Quindi manca il brio. Quel qualcosa in più che ti faccia divorare le pagine, che ti tenga li attaccato alla narrazione per tutto il tempo e che ti tolga il fiato per la tensione. Qualcosa di genuinamente originale o perlomeno una citazione d'impatto che dia una sterzata al prodotto finale. Insomma: quel qualcosa in più che non c'è e che di fatto fa di questa storia una delle tante lette nell'ultimo periodo.
Perchè il problema non è come scrivono gli sceneggiatori (di solito molto bravi), ma la libertà di cui godono. E per questo toccherà aspettare ancora qualche mese...
Insomma
Buona ma lenta. Onesta ma ordinaria. Una lettura discreta, ma non indimenticabile.
Voto
Soggetto: 6
Sceneggiatura: 6
Disegni: 7.5
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