la solita bella copertina |
Soggetto: Giovanni Gualdoni
Sceneggiatura: Giovanni Gualdoni
Disegni: Marco Bianchini
Copertina: Aldo Di Gennaro
Si e no. Dove il si sta per i disegni e il no sta per la trama. Che non è una brutta trama, solo che è come se ad un certo punto Gualdoni si fosse stufato e avesse deciso di chiuderla li, lasciando il lettore li con la trollata che ancora gli echeggia nelle orecchie.
Che detto così pare l'incipit di una recensione negativa, ma invece...
Zero spiegazioni (e ci siamo), troppi pensieri (e qua no..)
La storia in se e per se è molto semplice e funziona. C'è un'orda di zombie in arrivo, nessuno sa quale ne sia la ragione e, di base, nessuno se lo sta chiedendo perchè non c'è tempo per capirlo visto che la sola esigenza immediata è sopravvivere e fuggire. Nel mezzo c'è la classica persona normale alle prese con un incubo. In pratica l' ABC delle storie con gli zombie.
Il problema semmai è dato da alcuni elementi che sono tipici di questo mondo narrativo e altri che sono tipici delle storie bonelliane. Da un lato c'è il solito cazzotto dritto in faccia a quella cosa chiamata "sospensione dell'incredulità", perchè ti è sempre molto difficile credere che delle cose che si muovono pianissimo (Helen infatti semplicemente cammina tenendosi a debita distanza dagli zombie e se la cava abbastanza bene senza troppi patemi almeno quando si trova in spazi aperti) possano avere la meglio di un esercito dotato di armi pesanti, carri armati, artiglieria, aviazione e elicotteri da guerra. Al tempo stesso non ti è chiaro perchè il solo modo di far saltare i ponti sia minarli e farli brillare due secondi prima dell'arrivo dei mostri quando sarebbe bastato fare la stessa cosa un giorno prima evitando tanti problemi....ma questi sono i soliti discorsi quando si parla di zombie.
L'altro problema sono i pensieri di Helen. Ok che tutti pensano, ma alcuni ragionamenti erano evitabili. Non tanto perchè siano sbagliati o scritti mali, ma per il solo fatto che non aggiungono nulla alla trama.
Un angelo custode
C'è però qualcosa di davvero buono in questa storia e sta nella capacità di Gualdoni di creare delle sottotrame e di svilupparle in modo che se non coerente è però certamente soddisfacente. Anzi, l'autore ne fa quasi una questione di karma. L'areo che precipita in quel momento e con quella persona dentro è una scena tanto spettacolare quando irreale (una sorta di deus ex machina) e che però ti ha fatto provare una certa soddisfazione. Lo stesso discorso vale per Angela e per come la sua storia si incroci, quello si a sorpresa, con quella della protagonista in un colpo di scena finale che non ti saresti mai aspettato.
E si, questo ti basta e avanza per considerare "Il Fattore Z" l'ennesimo buon albo di una collana che finora ti ha dato un sacco di soddisfazioni.
Disegni
Diamo una sola definizione al lavoro di Bianchini: eccellente.
Voto
Soggetto: 7
Sceneggiatura: 7.5
Disegni: 9
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