Sceneggiatura: Giovanni Eccher
Il presidentissimo
A conti fatti non è neppure una storia malvagia. Nel senso che, un po' come tutte le storie uscite nella serie regolare negli ultimi mesi, ha il pregio di essere sicuramente scorrevole, di avere un buon ritmo e di non essere ricolma di supercazzole (che dopo aver visto Branko scardinare porte in acciaio e lanciare una macchina credo di poter dire che per i prossimi 6-7 anni siamo a posto e non vogliamo altro).
Anzi: la storia sarebbe anche meglio e potrebbe addirittura essere coinvolgente se tutto non girasse attorno all'improbabile omicidio di Solomon Darver. Improbabile non tanto perchè non possa morire un pezzo grosso (che anzi sappiamo può capitare eccome), quanto perchè di certo il pezzo grosso in questione non può certo morire in un numero a caso al di fuori di una saga adeguatamente pompata ad arte. In pratica, per farla semplice, è evidente fin da subito che non succederà nulla di eclatante e questo toglie parecchia tensione narrativa ad una storia che comunque in buona parte è riuscita a piacerti.
Il bastardo
Ok, quindi cosa ti è piaciuto?
Beh....Darver! Perchè diciamocelo chiaro: quel vecchio bastardo enigmatico e glaciale ti mancava parecchio e rivedere il personaggio in azione, meglio ancora se al meglio di se stesso come in questo caso, ti ha fatto piacere. Da un punto di vista narrativo Eccher ha fatto un gran bel lavoro andando a sviluppare il rapporto tra il presidente del consiglio di sicurezza e i suoi ex agenti. Anzi, andando a sviluppare quello che è il rapporto che più interessa al lettore, ossia quello con Legs (diciamo anche che Eccher finora mi è sempre sembrato l'autore più a suo agio con un personaggio complicato come Legs) andando a concluderlo in modo oggettivamente inaspettato e però perfettamente coerente con le caratteristiche degli stessi. C'è poco da fare, ma la scena finale è quanto di più genuinamente "Legsiano" possibile.
Alla fine il bello sta tutto qui, nei personaggi e in quello che fanno e pensano. Poi il resto per te passa anche in secondo piano senza fare troppi danni.
In chiusura
Vabbè, non è un capolavoro ne una storia indimenticabile. Però è una storia onesta che cerca di dire ed aggiungere qualcosa e che ha il merito di rimettere in scena uno dei personaggi più carismatici del mondo di Nathan Never.
Voto
Soggetto: 6.5
Sceneggiatura: 6.5
Disegni: 7
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