mercoledì 22 gennaio 2014

Nathan Never #271-272 - Il fiume della paura. La recensione.


Mah! Che dire di questa doppia storia? Commentare oggettivamente ti riesce difficile, ma ci provi, chè in ogni caso va rispettato l'impegno di chi l'ha scritta.

L'errore fondamentale
Di per se le magagne della storia partono da un semplice errore. Semplice, ma grave visto che si tratta della caratterizzazione del personaggio che da il nome alla serie. Nathan Never, giusto per capire cosa intendo, ha vissuto diverse versioni di se stesso come è giusto dato che ogni autore deve avere quel pizzico di libertà d'impostazione. Il Nathan di Stefano Vietti è un uomo d'azione, quello di Michele Medda è soprattutto un uomo riflessivo e duro (realista, ma capace di sognare), mentre quello di Alberto Ostini o di Stefano Piani è un'altra cosa ancora.
Tante varianti, tante incarnazioni. Di base però c'è sempre la stessa idea: Nathan Never ha una sua filosofia, frutto di una vita seminata di perdite, drammi, redenzioni, casi che ne hanno influenzato la storia (tanto per ricordare che ha visto il futuro, ha incontrato degli alieni e ha combattuto due guerre) ma è consapevole che questa non è universale. E questo è il punto. 
Perchè leggere 188 pagine che hanno al centro della scena un moralista sempre pronto a fare la lezioncina sui diritti civili,che generalizza qualsiasi cosa dando per scontato di sapere tutto e di poter dispensare la sua superiorità morale e che non perde occasione per dire qualcosa di ovvio e fare l'eroe a tutti i costi, è stato decisamente pesante. Sia chiaro: se quel ruolo fosse toccato ad altri non ci sarebbe stato alcun problema, ma così invece è tutto.....beh, sbagliato... 

Il resto
Detto questo si capisce perchè la storia non funzioni nonostante un paio di buone cose. Perchè è vero che Masperi imprime alla narrazione un ottimo ritmo, crea attorno al filone principale una serie di sotto-trame ben strutturate rinunciando anche allo spiegazionismo che spesso ammorba il lettore, ma è pur vero che annega il tutto nel mezzo di colpi di scena mediamente telefonati, colpi di fortuna decisamente eccessivi e un finale che comunque non è soddisfacente perchè fin troppo affrettato. 
Per carità: è una prima prova e tutti possono (io dico sempre che devono) sbagliare. Però è anche vero che le storie di bassa qualità cominciano ad essere decisamente troppe (1) e che quindi anche la pazienza comincia ad essere in riserva.. 

Disegni
Paolo Di Clemente contribuisce, cosa strana, ad abbassare la valutazione complessiva. Una prova sottotono e lontana dai suoi attuali standard dove i lineamenti cambiano troppo spesso e i volti risultano incoerenti e fin troppo spesso le ambientazioni appaiono scarne e prive di profondità... beh, capita...

Voto
Soggetto: 4.5
Sceneggiatura: 5
Disegni: 5

Ok. Diplomatico lo sono stato spesso nelle precedenti recensioni, quindi sapete che non sono uno che si lamenta per ogni cosa. Però adesso vorrei anche leggere qualcosa che non mi desse l'impressione di aver gettato via i soldi. Qualcosa tipo questo o questo tanto per non andare a cercare troppo lontano.. 




(1) Prendendo in considerazione il solo 2013 diciamo che le storie deludenti sono: "La stirpe di Tiamat", "L'impero dei Mutati", "Lo spettro del futuro", "Eroi nella polvere", "La confraternita",  "Effetto domino" e gli ultimi due agenzia alfa (questo e questo)....diciamo che sono davvero troppi...  

1 commento:

  1. Ma alla fine non è neanche malaccio, se confrontato con la media attuale.
    Il problema è la media attuale...

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