Non mi aspettavo un capolavoro anche solo per il fatto che si tratta del primo di sei numeri di una miniserie. Per cui i pareri veri li maturi solo alla fine della lettura completa. Per ora però puoi dare un parere sul singolo albo dicendo che ti ricorda molto un'oasi nel deserto. Anche se mi rendo conto che il paragone è un po' eccessivo e di certo non voglio risultare offensivo per gli autori che negli ultimi... uhm... 5 anni? si, dai...dicevo gli autori che negli ultimi anni hanno cercato di dare, con impegno anche evidente, nuova vita alla serie. Non prendetevela, anche i miei son gusti e valgono come tali, nulla più.
Detto questo la mini ti ha già preso. Non tanto per il Nathan Never ancora poliziotto (si, certo anche per quello), non tanto per la curiosità di leggere qualcosa che riporti in vita vecchi personaggi (ma certo che è anche per quello!), ma per il fatto che è una storia autenticamente "antica",
Bepi Vigna in sostanza non si limita a cercare di tornare al passato, ma pesca davvero alla grande da quel mondo che lui stesso ha plasmato anni addietro (e si vede visto che l'autore appare in ottima forma). Non una semplice operazione nostalgia, ma qualcosa di più autentico. O almeno a te così pare.
E come volete che sia per un vecchio fan dell'Agente Alfa trovarsi davanti ad una megalopoli senza nome, la pioggia, gli intrighi, le passioni e le miserie umane che prendono il sopravvento e la morale feroce e poco consolante che si cela dietro alle parole dei personaggi?
Beh... bellissimo. Sul serio.
Per cui si, leggerai molto volentieri anche le prossime uscite.
Giusto! Manca la cosa che ti scimmiava di più: è tornato De Angelis. Due anni di attesa, ma le sue tavole da sole bastano a ripagarti pienamente per il tempo passato.
Bella la confezione.
Discreta la narrazione.
Bellissimi i disegni.
Intrigante la colorazione.
Non molto avvincente il finale e lo sviluppo della trama.
Sei soddisfatto.
Spieghi: non è che la storia narrata sia fantastica o che ti abbia scimmiato alla follia. Ti sembra anche che rispetto alle precedenti apparizioni dei tre eroi futuribili si sia fatto un passo verso l'ordinario con una storia di respiro ridotto rispetto ai precedenti episodi. Di suo è anche una buona notizia dato che ordinario sta anche per seriale (e un prodotto seriale deve avere dei punti di riferimento fissi), ma al tempo stesso devi dire che non ti ha esaltato.
Discorso a parte per disegni e colorazione: delle tante uscite a colori della Bonelli negli ultimi anni questa è una di quelle che odora maggiormente di moderno. Sacrifica magari un pelo di precisione del tratto, ma alla fine il risultato è, parer tuo, notevole.
P.S: tra il numero 300 e i due albi di cui sopra è stato un periodo stranamente positivo per il vecchio Nathan...
Eccolo qua, finalmente! Prima o poi doveva arrivare. Cosa? Un numero che non ti piacesse!
Ti è sembrato il più classico dei riempietivi con poche idee e tanta necessità di occupare 94 pagine. Non a caso (o forse si, cambia poco) ci vengono presentate delle situazioni e dei figuranti che poi di fatto non lasciano traccia. Vale per l'amico di Ian e Gmor, per la donna che viene aspirapolverizzata dallo spettro (senza che la sua morte ti lasci qualche sensazione dentro) e infine per lo stesso villain di turno di cui hai dimenticato il nome e le motivazioni. Diciamo che hai trovato poco spessore e scarso interesse suscitato dalle azioni e motivazioni dei tanti personaggi che appaiono. Ancora peggio l'orda di non-morti che fanno le cose da zombie, ma non sono zombie. Anche se di fatto sembrano molto degli zombie. Ma poi dopo due facciate spariscono e capisci che servono solo a far entrare Ian e Co. nella fortezza. Della serie che bastava un temporale per giustificare la stessa azione. Idem l'intervento di Alben che ti è parso forzato e un pelo superfluo (oltre al fatto che riempie la narrazione di ulteriori spiegazioni). A conti fatti da due spiegazioni e serve a giustificare le azioni successive di Ian.
Oh...capita! Anche le serie ottime come questa possono avere un qualche passaggio a vuoto, mica è un dramma.
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