Partiamo dal principio.
La serie inizia bene, nulla da dire. L’idea in se non è
scontata ed ha qualche barlume (ad oggi raro) di originalità. Vediamo un
attimo.
Per farla breve la
Terra nel 2149 è completamente devastata dall’inquinamento e
pertanto è quasi inabitabile. La più grande speranza dell’umanità, oramai
costretta ad affrontare una situazione senza possibilità di rimedio, è
rappresentata da una distorsione spazio-temporale che collega il presente alla
Terra del passato. Un passato molto remoto visto che si parla di 85 milioni
anni addietro.
Protagonista della serie è la famiglia Shannon che verrà
appunto selezionata per far parte dei fortunati che potranno raggiungere il
passato incontaminato e paradisiaco e ricominciare da capo.
Lasciando perdere alcuni eventi che accadono nel mezzo la
famigliola felice arriva nel “nuovo” mondo dove prende posto nella colonia di
Terra Nova (che fantasia…), faro di speranza dell’umanità sotto la guida
illuminata del comandante Taylor.
Inutile dire che non tutto è bello e pacifico come sembra e
che tutti i difetti umani che hanno portato alla distruzione del mondo nel 2149
si sono trasferiti anche nel passato.
Si d’accordo, ma poi? (tanto per citare Califano)
Dopo le prime due puntate, che va detto sono decisamente ben
pensate e realizzate, la serie si spegne, salvo trovare qualche lampo di luce
nel finale. Per il resto la trama si trascina stancamente da una puntata
all’altra senza aggiungere nulla alle tematiche iniziali e senza approfondirle.
Non che manchino gli spunti: il traumatico rapporto tra il
capitano Taylor e il figlio e quello tra i coloni e i Sixers ne sono buon
esempio. Ma questi spunti restano sulla carta e vengono utilizzati come espedienti
di maniera, utili ad allungare un po’ il brodo.
Infatti se c’è qualcosa che da davvero fastidio è la banalità e assenza di profondità dei protagonisti. Jim Shannon è lo sbirro
onesto senza alcun dubbio di coscienza(1), il capitano Taylor è l’eroe invitto
al servizio della causa e del bene comune, Mira è la cattiva non troppo cattiva
e Lucas è il bastardo senza possibilità di redenzione. Ci sarebbero anche altri
personaggi, ma trovarne uno che non risponda ad un preciso stereotipo è davvero
difficile. Prendete la famiglia Shannon, tanto per fare un esempio. Una
famiglia finta come poche, ideale, perfetta, con il classico figlio un po’
indisciplinato che finisce spesso nei guai e le figlie che invece sono
assolutamente ideali. Tutto qui.
Ma dicevamo della trama.
Dalla puntata 3 alla puntata 8 lo schema è sempre lo stesso.
Un po’ di azione, trame che non portano avanti la continuity, un paio di discorsi carichi di retorica (e di
regola terribilmente scontati) e alla fine, al termine della puntata, la
classica scenetta di due minuti che serve a creare quel tanto di suspense che
da un po’ di senso ai 45 minuti precedenti e fa sperare in qualcosa per il
futuro. Tanto che alla fine viene da pensare che si potesse ridurre tutta la
serie a 6-7 puntate senza alcun danno.
Poi arriva il gran finale, che da di nuovo senso al tutto, o
almeno ci prova. Per tutta la serie aspettiamo di scoprire chi sono i “cattivi”
che agiscono nell’ombra e che minacciano l’ultima speranza della razza umana. Peccato
che quando alla fine ci vengono presentati risultano del tutto privi di carisma
e non possiamo dubitare neanche per un secondo che possano avere la meglio sui “buoni”.
Infine finale “cliffhanger” tanto per rimandarci ad una seconda stagione (che
dovrebbe essere in preparazione). Anche
se la domanda spontanea è: perché dovremmo essere ansiosi di assistere ad una
seconda stagione? La risposta la ignoro.
Sia chiaro: la mia non è una bocciatura a tutto tondo, ma
sicuramente le perplessità sono davvero tante e i difetti sono talmente
congeniti che pare difficile poter
sperare in un incremento della qualità con la prossima stagione. Mah, se avrò
voglia vedrò….
(1) e di sbirri “normali” e perfettamente “puliti” se ne
vedono sempre meno in tv e per un motivo molto semplice: i buoni senza ombre
annoiano.
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