Premetto che ero davvero curioso di leggere il proseguo delle avventure di Byron Truman nel 1975 e dell'Uomo senza Nome nel mondo post-apocalittico del 1985. Questo perchè il primo albo ("Londra Brucia") mi aveva decisamente convinto grazie ad un mix di azione ben congegnata e l'ottima caratterizzazione dei personaggi che entravano in scena.
Peccato che parte di quelle ottime premesse vada un po' perdendosi in questo secondo numero (per la cronaca il titolo è "Il Lato Oscuro"). Motivo: non succede quasi nulla di rilevante e quel poco va disperdendosi in mezzo a una serie senza fine di sparatorie ed esplosioni.
Detta più nello specifico: se il primo scontro in cui il lettore si imbatte, quello tra Byron e la strana creatura senza volto, altro non è che la logica prosecuzione del primo albo (dove appunto i due si incontravano in una scena che veniva lasciata appositamente in sospeso), meno facile diventa giustificare alcuni dei combattimenti sostenuti dall'Uomo senza Nome. Non credo, per esempio, fosse necessario l'incontro con i mostri per farlo entrare nel Faro sulla spiaggia. Ne tantomeno per condurlo al suo secondo incontro con il Ganglio. Certo, tutto serve a tenere altissimo il ritmo, ma alla fine resta il fatto che tali scene non aggiungono nulla alla trama.
Altrettanto superflua risulta la relazione tra Byron e Santiago. Specie se si tiene conto di come finisce questa sotto-trama... non che appesantisca l'albo, ma neppure lo arricchisce (per non parlare del fatto che Byron si priva dell'unica fonte di informazioni sulla Sovereign di cui dispone...non esattamente una mossa geniale).
Qualche dubbio (qualcosa di più di "qualche" in verità) sorge anche in relazione al piano di Caliban e all'intera struttura segreta che lo supporta (la Sovereign appunto). Che Caliban possa essere un povero pazzo con deliri di onnipotenza ci sta e la parte gli calza a pennello. Un po' meno che agenti dell'MI6 abbiamo deciso di aiutare un pazzo tradendo il paese e l'umanità intera. Non è infatti chiaro che cosa ci guadagnino Rosewater e Santiago nel supportare un piano che prevede la creazione di una razza destinata ad annientare l'umanità intera... Come invece si siano procurati risorse tanto ingenti suppongo lo sapremo più avanti, quindi il giudizio complessivo su questo aspetto resta in sospeso, ma di fatto al momento qualche dubbio lo fa sorgere.
Cose buone.
Byron è decisamente un personaggio ben pensato. Un demone senza alcuna umanità quando spara. E un uomo che lascia trasparire un grave conflitto interiore quando si trova in compagnia di Sophie. E appunto Sophie. Poco presente nel primo albo, ma decisamente rilevante qui. E anche molto apprezzabile, specie quando interagisce con Byron. Bene anche la parte vagamente "orrorifica" in cui Sophie fa da vittima inerte di Calban.
La parte dell'Uomo senza Nome non mi ha convinto quasi per nulla, tuttavia l'ultimo capitolo a lui dedicato riscatta discretamente le pagine precedenti.
Disegni.
Lo stile di Renato Riccio (per il 1975) non è tra i miei preferiti. Non che non sia bravo, ma si tratta di gusti personali. Quindi evito di commentare, visto che non sarei molto oggettivo. Bergamo (per il 1985) comincia e finisce bene, salvo perdersi nel mezzo. Nel complesso, comunque, una prova più che discreta.
Voto complessivo: 6.5
P.S: comunque resto dell'idea che si tratti di una buona miniserie dalle notevoli potenzialità.