giovedì 18 maggio 2017

L'arte di stare in coda alle sagre

L'arrivo
per gli autoctoni: è una foto della festa delle rane a Santa Lucia di Piave. 

Maggio. Anno indefinito, ma comunque dopo la venuta di Cristo. 
Sei al Ser.T. ad una sagra con gli amici. La mia storia al Ser.T ve la racconto un'altra volta. 
L'odore della griglia domina sovrano, annullando il puzzo di sudore tipico di questa fase della stagione (ossia quella fase dell'anno dove nonostante ci siano 26-27 gradi vedi ancora gente che gira col giubbotto e la cerata), i vecchi bestemmiano e per qualche ragione sono già al sesto bianco sebbene sia arrivato in loco da meno di 18 minuti.


Prendiamo posto, decidiamo cosa prendere ed è subito momento di crisi.
Ci sono cose che hanno fatto a pezzi amicizie e ci sono cose che continuano a farlo. Decidere chi va ad ordinare per tutti è una cosa che rientra in entrambe le casistiche.
- Bon, vado io-, fa Riccardo con crassa sicumera, - datemi i schei però,...e uno di voi mi accompagna...
Silenzio tra i presenti. 
Scambio fugace di sguardi e sorriso sadico su tutti i volti dei presenti. Eccetto Riccardo. A lui scappa un "Oh no, no vero? Vi prego no...". Troppo poco, troppo tardi.
- Io ho solo un taglio da 50 euro, mi devi dare 42,7 euro di resto....-, faccio io che non sono assolutamente puntiglioso quando si tratta di riavere indietro del banale denaro frutto delle fatiche fatte durante quella cosa orrenda che si chiama "settimana lavorativa". 
Come aprire il vaso di pandora. Anzi, peggio.
- Eh, anche io ho solo un taglio da cinquan...
- Io ne ho uno da cento!
- duecento!
- cinquecento!
- Vaffanculo! - chiosa con eleganza Riccardo. raccoglie i soldi e si reca alla cassa con la goia di chi sa che al ritorno avrà nelle tasche 25-30 kg di monetine di resto da dividere con tutti i presenti. Io lo seguo per fargli compagnia dato che ho voglia di fumare una cicca. Mi metto in coda con lui e aspetto. 

La cassa

Davanti a noi orde di anziani e di giovani ubriachi e famelici si accatastano senza ordine logico con il solo obiettivo di raggiungere una cassa dove due persone non pagate stanno maledicendo il giorno in cui si sono offerti volontari per dare una mano alla pro loco. 
Un vecchio posizionato circa 6-7 km davanti a noi arriva all'agognato obiettivo. Prende il "listino" e comincia a leggerlo per la prima volta.
Alle sue spalle montano i primi borbottii di malcontento. Il clima è teso, si sente nell'aria. Si, oltre all'odore di griglia che aumenta la mia fame e mi sta trasformando in una bestia idrofoba tentata dal cannibalismo. 
Il vecchiarello si ferma alla seconda riga, si volta verso un giovane, che li per li credo sia il nipote, e gli chiede se va a prendergli gli occhiali. Dalla  folla alle sue spalle sale il primo "GRRRRRRR" collettivo. L'anziano, evidentemente molto esperto, se ne sbatte il cazzo e continua a parlare col giovane. 
- Me li vai a prendere sti cazzo di occhiali?- insiste con veemenza.
Il giovane sbatte le palpebre, perplesso.
- Io non so chi sia lei....-, dice quasi con dispiacere.
- Dio cane, l'alzheimer!-. Ridono. A crepapelle. Loro due soltanto tra tutti i presenti.
La coda non avanza.

Da dietro è diverso. 
Per descrivere il momento Riccardo usa la poesia. 
Lo sento mormorare:,
"Sommesso e lieve il tripudiar dei porchi: 
era un messaggio dolce e lusinghiero. 
la fila mormorò: “LEVATI DALLE PALLE VECCHIODIMMERDA!”
Ma non succede. 

Il cedimento
- Ricky, io esco un attimo dalla coda per fumare...
- Ok, io tanto son qua... 
Esco dalla coda e prendo una sigaretta. Ci penso e capisco che ho anche tempo per una bella canna fumata in scioltezza. 
Coda lunga, auto vicina, nessuno tra le palle. Condizione perfetta. 
Arrivo all'auto con  l'aria gongolante e li vedo tutti.
Alessandro, Gianni, Fede, Filippo e Luca. Mai una figa tra le cose, ma questo è secondario. Stanno facendo quello che avevo in mente io. 
Rollo, accendo e ci arrivo pure io.
- Scusate-, chiedo non senza imbarazzo, - ma se state tutti qui chi sta tenendo il posto al tavolo?
Alessandro espira una grande boccata di fumo. Afferra il senso delle mie parole e mi rassicura subito.
"Cazzomannaggia!" è tutto quello che dirà da questo momento in avanti. 
Silenzio generale.
- Ok-, dico io, -ma non è meglio se qualcuno va a sedersi? 
Alessandro dice ancora "Cazzomannaggia!" e si siede. Per terra. Nel parcheggio.
Fede, che grazie a dio ha solo problemi con l'alcool, si offre volontario.
- Si ma hai capito bene? -, che sto diventando un po' prevenuto.
- Si, - mi risponde con energia mentre la sua fiatella a base di Merlot e Cabernet uccide il mio senso dell'olfatto in una scena degna di Armageddon, - vado a prendere posto per tutti. 
Si incammina, io mi rilasso e finisco di fumare.

La caduta degli dei 
Rientriamo alla sagra, ma girando tra i tavoli non vedo traccia di Fede.
Lo chiamo.
- Dove cazzo sei? - chiedo io.
- Con Riccardo - mi dice lui con grande sicumera.
- Ah...ma dove? 
- Qua alla cassa.








- C'era posto a sedere vicino alla cassa?
- No, perchè? 
- Niente, lascia perdere.. 
Chiudo la chiamata, vado alla cassa e cerco Riccardo e Fede. Il posto a sedere lo cercheranno gli altri.
Non li trovo. 
Inizio a chiedermi perchè non sono rimasto a casa a masturbarmi, ma è un pensiero ozioso e lascio perdere. Li richiamo.
- Prontolone prontolò!- mi risponde la voce di Riccardo. Non so voi, ma quelli che fanno i simpatici quando rispondono al telefono mi stanno abbastanza sulle palle. Detto questo.....
- Dove siete? -
- In coda, dove vuoi che siamo?-
- Non vi vedo...
- Siamo davanti, stiamo per ordinare...
Avanzo di svariati metri e ancora non lo vedo.
- No, Ricky, niente da fare...o ho perso del tutto la vista o vi state nascondendo bene...
Riccardo si ferma a riflettere o questo è che quello che ricavo dal lungo silenzio che segue.
- Ma....-, chiede il mio amico con voce incerta, -in che coda sei?
- Quella dove eravamo prima....
Segue un silenzio che mi pare eterno. Quando parla capisco che era meglio il silenzio.
- Ma no! Siamo qua alla coda delle birre!




- Birre? - chiedo mentre sento la morte nel mio cuore.
- Si, birre!





- E per la griglia?- chiedo oramai senza forze.
- Ce l'ho a casa, per domani siamo a posto!
- EH???
- Cosa?
- Non ho capito il senso della risposta, Ricky...
- Ho detto che ho la griglia a casa, non serve comprarla per il pranzo di domani...
- PARLO DELLA GRIGLIA QUI COGLIONE!!!!!!!!!!
- Non ce l'ho qui a portata di mano, cazzo!
Mi arrendo. Non ho voglia di spiegare al mio letterale amico il concetto di sineddoche. Tanto è chiaro che anche oggi non si mangia.


La fine
Sei ore dopo vago strafatto per il centro inconsapevole del mondo che mi circonda.
È rimasto solo Alessandro, ho del sangue sulle mani, un livido enorme all'altezza dello zigomo destro e non ricordo nulla delle ultime ore. 
Alessandro, il solo rimasto ancora in piedi mi fa cenno di voler andare a casa. Lo saluto.
- Oh, e settimana prossima andiamo all'altra sagra per un'altra grigliata? - mi chiede con un ultimo sussulto di vita.
Annuisco.
- Va bene, - farfuglio a fatica, - ma la prossima volta in coda ci vai te......




Una settimana dopo, ai primi di giugno. 

Sagra dell'Unto di Pasiano Marittima.
5 giugno.
Giorno del mio compleanno.
IO.
E anche stavolta non si mangia... maledetta coda... 



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