Nathan Never - Abisso di dolore
Omega è morto. Nathan Never per qualche anno era morto pure lui. Però da segni interessanti di ripresa (qualitativa, quella commerciale è tutta un'altra storia).
La doppia storia messa in piedi da Secchi ha il doppio pregio di riproporre un Nathan coerente con il suo passato e di dare vita ad una trama che pesca dalla continuity della serie sapendo però dare al lettore di oggi qualcosa in più di un semplice omaggio. In pratica è la classica storia che piace ad un fan di vecchia data perchè lo fa sentire a casa sua e gli fa provare una certa familiarità con ciò che legge.
È anche la classica storia di Secchi: riflessiva, intervallata dalle giuste pause e carica di emozioni. E sempre una lettura che vale.
Negli ultimi tre mesi hai letto buone storie. Sai mai che sia la volta buona che la serie si rimette in carreggiata.
Greystorm - Ex Vitro Vita
Soggetto: Riccardo Secchi
Sceneggiatura: Riccardo Secchi
Disegni: Sergio Giardo
Copertina: Sergio Giardo
Omega è morto. Nathan Never per qualche anno era morto pure lui. Però da segni interessanti di ripresa (qualitativa, quella commerciale è tutta un'altra storia).
La doppia storia messa in piedi da Secchi ha il doppio pregio di riproporre un Nathan coerente con il suo passato e di dare vita ad una trama che pesca dalla continuity della serie sapendo però dare al lettore di oggi qualcosa in più di un semplice omaggio. In pratica è la classica storia che piace ad un fan di vecchia data perchè lo fa sentire a casa sua e gli fa provare una certa familiarità con ciò che legge.
È anche la classica storia di Secchi: riflessiva, intervallata dalle giuste pause e carica di emozioni. E sempre una lettura che vale.
Negli ultimi tre mesi hai letto buone storie. Sai mai che sia la volta buona che la serie si rimette in carreggiata.
Greystorm - Ex Vitro Vita
Soggetto: Antonio Serra e Davide Rigamonti
Ti sta piacendo questa miniserie dedicata alla Juric? Ni. Che è una via di mezzo tra il "si" convinto del primo albo e il "no" di questo.
Mi spiego. La cosa richiederà alcune righe.
La massa si controlla, l'individuo no. E fin qui siamo d'accordo, ammesso che si escluda la remota ma non impossibile ipotesi di un solo soggetto capace di condizionare il flusso degli eventi. O di un gruppo alternativo e antagonista al vostro che cerchi di conseguire effetti diversi.
Da questo punto di vista Orfani è una serie autistica: l'eroe contro il sistema, il sistema contro tutti e la regina che governa l'intero sistema. Segue lotta di successione all'interno del sistema.
In pratica non è ancora mai stato mostrato un mondo vero: quello in cui gli interessi si contrappongono e gli eroi (o i mostri) non esistono. In compenso di cavalieri solitari che affrontano il potere costituito (anche a costo di delirare e darsi al terrorismo puro) ne abbiamo visti eccome e sotto ogni salsa. Torniamo a noi.
La Juric è una manipolatrice, capisce le dinamiche sociali e le sfrutta a vantaggio suo e di condivide i suoi interessi. Lo fa senza scrupoli morali e lo fa al meglio. Solo che.
Solo che comincio ad averne le palle piene di un mondo nel quale sembra che una sola persona abbia in mano il destino del mondo e il cuore di ogni essere vivente. Ha fallito Carlo V, non ce l'ha fatta Napoleone, ci ha rinunciato la Wehermacht e sappiamo che fine ha fatto l'Unione Sovietica o quale sia l'immagine che abbiamo in testa dell'imperialismo americano. Le probabilità che una sola persona (pene o imene in mezzo alle gambe non fa differenza) possa fare tutto quanto abbiamo visto in queste stagioni rasenta lo zero. Specie se la persona in questione sembra aver avuto una esperienza di vita molto ripetitiva e limitata. La Juric si occupa di profughi e dei soldi che girano attorno alla gestione degli stessi (cosa che qui viene quasi resa cool in una sorta di lode sperticata al figlio di puttana che è in ognuno di noi) . Non un'esperienza che basti a giustificare la sua ascesa futura. Men che meno il fatto di essere una sopravvissuta.
Secondo: bella la storia personale della Juric. Solo che è decisamente eccessiva. Una ricerca costante dello shock del lettore che francamente comincia ad essere fine a se stessa.
Orfani è così: belle storie, bei disegni e una violenza costante che non necessariamente ne aumenta il livello. Non sempre almeno.
E si, avete ragione. Dell'albo non ho parlato.
Morgan Lost
Magari è vero che la serie chiuderà col numero 25. Magari no. Non ho informazioni a riguardo e non saprei dove andare a cercarle. E non ne ho voglia.
La cosa però ti dispacerà, non fosse altro che finora hai sempre letto piuttosto volentieri ogni albo della serie. Questo episodio, per dire, funziona e ti lascia pure leggermente sorpreso nel finale dove...
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- Si, si, arrivo!-
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......mi soffermerei oltre, ma credo che il mio datore di lavoro si stia accorgendo del fatto che non sto lavorando.... meglio se vado...
Sceneggiatura: Davide Rigamonti
Disegni: Lucia Arduini
Copertina: Gianmauro Cozzi
Un'opera sicuramente genuina. Nel senso che la voglia di scrivere una storia nuova è evidente. Anche la voglia di scriverla bene si vede.
Solo che non ho capito a cosa puntassero gli autori. Non è una storia che stia in piedi da sola (tanto da averci dovuto mettere dentro Greystorm), ma che nulla aggiunge alla serie a cui fa riferimento (cosa che comunque non credo interessasse agli autori).
Tutto questo per dire che non ho capito il finale. Un finale non scontato e venato di tristezza e cinismo, ma che non mi ha necessariamente convinto per il solo fatto che mi è parso tagliato e affrettato. Senza entrare nel dettaglio: cosa dovrei ricavare a fini narrativi dalla scelta finale di "lei"? E come dovrei inquadrare alla luce di tutto le parole finali di Greystorm? Son parole interessanti, ma me ne faccio poco per un solo motivo: ho letto la miniserie e conosco già il protagonista. Un'ulteriore approfondimento serviva a poco.
Soggetto: Paola Barbato e Roberto Recchioni
Sceneggiatura: Paola Barbato
Disegni: Roberto De Angelis, Riccardo La Bella e Maurizio Di Vincenzo
Copertina: Nicola Mari con i colori di Barbara Ciardo
Colori: Stefania Aquaro, Alessia Pastorello, Luca Saponti
Sceneggiatura: Paola Barbato
Disegni: Roberto De Angelis, Riccardo La Bella e Maurizio Di Vincenzo
Copertina: Nicola Mari con i colori di Barbara Ciardo
Colori: Stefania Aquaro, Alessia Pastorello, Luca Saponti
Ti sta piacendo questa miniserie dedicata alla Juric? Ni. Che è una via di mezzo tra il "si" convinto del primo albo e il "no" di questo.
Mi spiego. La cosa richiederà alcune righe.
La massa si controlla, l'individuo no. E fin qui siamo d'accordo, ammesso che si escluda la remota ma non impossibile ipotesi di un solo soggetto capace di condizionare il flusso degli eventi. O di un gruppo alternativo e antagonista al vostro che cerchi di conseguire effetti diversi.
Da questo punto di vista Orfani è una serie autistica: l'eroe contro il sistema, il sistema contro tutti e la regina che governa l'intero sistema. Segue lotta di successione all'interno del sistema.
In pratica non è ancora mai stato mostrato un mondo vero: quello in cui gli interessi si contrappongono e gli eroi (o i mostri) non esistono. In compenso di cavalieri solitari che affrontano il potere costituito (anche a costo di delirare e darsi al terrorismo puro) ne abbiamo visti eccome e sotto ogni salsa. Torniamo a noi.
La Juric è una manipolatrice, capisce le dinamiche sociali e le sfrutta a vantaggio suo e di condivide i suoi interessi. Lo fa senza scrupoli morali e lo fa al meglio. Solo che.
questa cover però merita... |
Solo che comincio ad averne le palle piene di un mondo nel quale sembra che una sola persona abbia in mano il destino del mondo e il cuore di ogni essere vivente. Ha fallito Carlo V, non ce l'ha fatta Napoleone, ci ha rinunciato la Wehermacht e sappiamo che fine ha fatto l'Unione Sovietica o quale sia l'immagine che abbiamo in testa dell'imperialismo americano. Le probabilità che una sola persona (pene o imene in mezzo alle gambe non fa differenza) possa fare tutto quanto abbiamo visto in queste stagioni rasenta lo zero. Specie se la persona in questione sembra aver avuto una esperienza di vita molto ripetitiva e limitata. La Juric si occupa di profughi e dei soldi che girano attorno alla gestione degli stessi (cosa che qui viene quasi resa cool in una sorta di lode sperticata al figlio di puttana che è in ognuno di noi) . Non un'esperienza che basti a giustificare la sua ascesa futura. Men che meno il fatto di essere una sopravvissuta.
Secondo: bella la storia personale della Juric. Solo che è decisamente eccessiva. Una ricerca costante dello shock del lettore che francamente comincia ad essere fine a se stessa.
Orfani è così: belle storie, bei disegni e una violenza costante che non necessariamente ne aumenta il livello. Non sempre almeno.
E si, avete ragione. Dell'albo non ho parlato.
Morgan Lost
Soggetto: Claudio Chiaverotti
Sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Max Bertolini
Copertina: Fabrizio De Tommaso
Colori: Arancia Studio
Magari è vero che la serie chiuderà col numero 25. Magari no. Non ho informazioni a riguardo e non saprei dove andare a cercarle. E non ne ho voglia.
La cosa però ti dispacerà, non fosse altro che finora hai sempre letto piuttosto volentieri ogni albo della serie. Questo episodio, per dire, funziona e ti lascia pure leggermente sorpreso nel finale dove...
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- Si, si, arrivo!-
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......mi soffermerei oltre, ma credo che il mio datore di lavoro si stia accorgendo del fatto che non sto lavorando.... meglio se vado...
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