giovedì 1 dicembre 2011

La guerra dei mondi

Attendere la fine della saga Neveriana in corso per farne una recensione ( o qualcosa che ci somigli) è decisamente frustrante (non fosse altro che per la durata incredibile della stessa, ben 15 albi....). Tenuto conto che la saga si articola in 3 parti separabili (ma che ovviamente costituiscono un unico continuum narrativo) tanto vale procedere alla valutazione della prima di queste parti (albi numeri 239-243).

Al solo fine di essere chiari ricordiamo che la prima parte costituisce il preambolo e la base della serie e potremmo chiamarla "Introduzione", la seconda parte riguarda le sole vicende belliche della guerra tra l'alleanza Terra/Stazioni e l'Impero di Marte dominato dai pretoriani e potremmo chiamarlo "Guerra" (albi 244-249), mentre infine la terza parte getterà le basi della nuova "era" neveriana e potremmo chiamarla "Un nuovo domani". Non si tratterà di cambiamenti di poco conto, ma di un vero azzeramento della serie (stando a quanto si dice), con un cambio anche in redazione: Vietti, croce e delizia di molti di fan (che non gli hanno perdonato l'abbandono delle atmosfere Bladerunneriane imposte dal mitico Trio dei sardi Medda-Serra-Vigna, ma che si sono appassionati alle complicatissime trame politiche e miliatari da lui introdotte) sarà meno presente (non che ci volesse molto visto che ad oggi scrive un numero impressionante di storie su tutte le testate di Nathan Never*) e il suo posto sarà occupato dai promettenti Perniola e Rigamonti. Pessima notizia. Forse dal numero 250 De Angelis non sarà il copertinista (ruolo che ricopre dal numero 60).

Recensiamo.... 
Ma passiamo alla valutazione della prima parte della saga che risponde al nome, poco fantasioso a dire il vero, di "Guerra dei Mondi".

Come inizia la guerra tra due mondi, destinata ad azzerare una testata con vent'anni alle spalle? In modo banale, quasi noioso.

Il buon vecchio Nathan infatti si troverà ad indagare su qualcosa di molto poco eccitante, ossia irregolarità contabili e documentali compiute dalla Imperium per ottenere il monopolio delle opere di ricostruzione della Città Est, ancora sfregiata dalla Guerra contro le Stazioni Orbitanti e dalla caduta di Urania.
Non così noioso a dire la verità. Il primo atto della saga infatti è l'omicidio del potentissimo Kopper,  atto che impedisce la fusione tra due grosse società terrestri, lasciando campo libero proprio alla Imperium che farà man bassa degli appalti. Seguiranno a stretto giro di posta altri reati e morti provvidenziali, a cominciare da quello del procuratore Reylla, osteggiato dal suo superiore, la corrottissima Eleanore Klint, per aver messo in mezzo proprio l'Agenzia Alfa. Ma si tratta pure di un scontro politico tra la stessa Agenzia e i poteri forti, in primis Kassavidis, nuovo presidente.
Questa la prima parte, scritta da Vigna e disegnata dall'intramontabile Bonazzi (e per la nota si tratta degli albi 239, 242 e 243). Poi, nel mezzo c'è una seconda trama, funzionale alla prima, che si dipana sugli albi 241-242 scritta da Vietti e disegnata da Jacomelli (240) e dal duo Denna/Corbetta (241).

La scelta di far scrivere l'introduzione a due autori non è esattamente fortunata, e le scelte narrative di Vigna lasciano qualche perplessità. Mi spiego.

Vigna da vita ad una trama lenta e a tratti noiosa. Non che un'indagine sul losco mondo degli affari e della politica dominato dalle tangenti e dagli omicidi sia di scarso interesse, ma 3 albi sono decisamente troppi. Si percepisce la volontà di tirarla per le lunghe, con il risultato paradossale che l'evento gli eventi più allettanti e clamorosi (SPOILER : Sigmund e Darver vengono scoperti a fare uso di dossier bomba con cui ricattano i poteri forti, Nathan per reazione si dimette....FINE SPOILER) alla fine sono trattati in fretta e furia, quasi che in 3 albi non ci fosse lo spazio sufficiente (mentre invece c'è un sacco di spazio per inutili e noiosi dialoghi con i quali ci viene riassunta in continuazione tutta la storia, come se il lettore fosse un cretino che non ricorda quanto ha appena letto....).

Sia chiaro che di parti interessanti ce ne sono molte. Un esempio è il racconto dell'origine dei pretoriani, ma non solo. La sensazione finale è comunque quella di aver letto qualcosa di interessante e ben costruito, ma comunque capace di lasciare un certo senso di insoddisfazione.

Meglio invece i due albi di Vietti. Sarà che le tematiche trattate (lo scontro tra le Telepati e la clonazione su larga scala, per dirne due) sono molto più interessanti. Sarà anche che i personaggi che compaiono sono apprezzate vecchie conoscenze (Resya, Abraham, Diane Weston e soprattutto Aran Darko) che fa piacere ritrovare coinvolte. E, ancora, sarà che il ritmo è molto più incalzante e l'azione più avvincente. Ma sta di fatto che i due albi sono decisamente più godibili e convincenti.

Quanto ai disegni (sui quali esprimo opinioni del tutto personali). Bonazzi se la cava come sempre abbastanza bene. E qui sta la nota negativa (se così di può dire). Ci abituato molto bene e quindi restiamo delusi anche quando i disegni sono "solo" buoni. Di fronte ad una prova più che sufficiente ma meno curata del solito viene da pensare che il problema sia dovuto ad una certa fretta nel realizzare l'immensa mole di lavoro che gli è toccata in sorte (3 albi sono davvero tanti). Idem per quanto concerne la prova di Jacomelli. Anche qui una prova sufficiente, ma molto lontana dall'eccellenza di alcuni lavori passati (e anche qui viene da pensare che la colpa sia del tempo avuto a disposizione). Meglio il lavoro della coppia Denna/Corbetta che mi pare davvero ben riuscito (ed è con piacere che apprendo che saranno loro anche i disegni di un altro numero della saga).


Riassumendo.
Un inizio discreto senza dubbio. Meno emozionante di quanto si poteva immaginare, ma che senza dubbio lascia ben sperare per il proseguo della saga. Ovviamente il ritmo è destinato ad aumentare, così come le sorprese. Attendiamo fiduciosi.

Voto (Vigna, poi Vietti)
Soggetto : 6 e 6.5
Sceneggiatura: 6.5 e 6.5
Disegni: 7 e 6.5


(clicca sulle copertine per ingradire) 

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