giovedì 31 maggio 2012

Victoria Francés

Tempo addietro si parlava di Luis Royo e pare che la cosa sia piaciuta vista la quantità di visite di quel post. Pareva quindi giusto riprendere il tema "illustratori di chiara e giusta fama" presentando qualche altra immagine. Non più Royo, ovviamente, ma Victoria Francès (sito personale)  Spagnola pure lei (ma assai più giovane) è nota per la trilogia "Favole" (pubblicata dalla Dark Horse negli Usa per la prima volta) a cui sono poi seguite altre opere. Per i curiosi si tratta di raccolte di racconti illustrati. Racconti un po' così a dire il vero, ma con illustrazioni spettacolari che sono la vera ragione per acquistarle. 
Il risultato è assolutamente notevole. E quindi via di immagini. Fra una quindiciana di giorni  arriva il prossimo autore. 

Ah, si....va anche ricordato che oggi non avevo voglia di scrivere un post chilometrico... 



















mercoledì 30 maggio 2012

Ultimate Hawkeye. Oh, si! Assolutamente si!

Meno male che ho ceduto all'istinto e ho acquistato questo albo invece  di dare retta alla vocina malvagia che mi diceva di lasciar perdere. Che errore fatale sarebbe stato! 
Per essere chiari ed evitare fraintendimenti: nella storia che abbiamo tra le mani succede di tutto. E tutto è talmente rilevante ai fini della continuity da far pensare ad una combo tra un regalo di natale in anticipo e un'orgia di regali di compleanno messi assieme.
Di più: tra le prime due uscite (italiane) di Ultimate Spider-man, la prima dei nuovi Ultimates (da sbavo) e questo volume completo dedicato ad Hawkeye (ma non solo!) c'è da chi spellarsi le mani a forza di applausi. Hickman e Bendis hanno fatto un gran bel lavoro, rilanciando nel miglior modo possibile l'Universo Ultimate. 
Resta solo da aspettare la nuova serie degli Ultimate X-Men che uscirà con il primo numero a giugno, ma possiamo già dire che se la media è questa c'è di che stare sereni.

La storia
La trama parte da un appiglio che lo stesso Hickman aveva inserito nel primo capitolo degli Ultimates. Una misteriosa emergenza nella repubblica/dittatura del Sud-Est Asiatico. Che in realtà è molto di più: una specie di versione amplificata all'ennesima potenza del sogno dello scienziato pazzo tramutatasi in incubo e follia. A dire il vero gli elementi esteriori della minaccia assomigliano molto a quanto letto nel già citato primo numero degli Ultimates. A dominare è il sogno di onnipotenza della scienza portata oltre ogni limite. Solo che se da una parte ci sono "I Figli del Domani" qui c'è "Il Popolo".
Ma sarebbe riduttivo e  ingiusto. Perchè, appunto, di simili ci sono solo gli elementi esteriori, dal momento che tutto il resto è diverso, specie la natura della minaccia che diverge davvero molto da quanto visto nella serie parallela. Si inizia da una dittatura che vuole annientare i mutanti e creare qualcosa di diverso, ossia una versione umana del massimo deterrente. Capita però che le armi in questione siano di diverso avviso e scatenino una rivoluzione inarrestabile.

Di più? Si c'è anche di più. Ad esempio che Hickman decida di piazzare una serie di colpi da maestro che non ti saresti mai aspettato. Primo tra tutti la riproposizione completamente innovativa di alcune delle figure che più hai apprezzato dell'Universo Marvel classico. Di che si parla? Ok, ve lo dico, ma è uno spoiler.
Si parla infatti dei Celestiali, degli Eterni e ovviamente dei Devianti. Impresa titanica, che però alla fine sembra essere riuscita grazie al totale stravolgimento operato dall'autore che ha di fatto riproposto con gli stessi nomi creature e situazioni radicalmente diversi. Meglio ancora: creature diverse ma che appaiono perfettamente calate nel contesto.
E no, non basta. C'è anche Hulk. Anzi, il "Protocollo Hulk". Che qui fa poco. Ma alla fine anche lui si apre ad una serie di nuove interessanti prospettive dai cui potrebbero fluire molte altre trame.
Su tutti però c'è Clint Barton. Non sono un fan della sua versione classica (caratterialmente abbastanza piatta...), ma questa sua versione a metà tra la giustizia e la criminalità funziona a meraviglia e gli conferisce un indiscutibile fascino.

Il tutto, ovviamente, condito da tanta, tantissima azione e da una sceneggiatura curatissima e sempre in palla in cui la tensione non cala mai.
Un lavoro splendido, poco da dire.

Disegni 
 

C'è Rafa Sandoval, quindi si va sul sicuro. Un lavoro senza sbavature e con molti picchi (specie le due città volanti e le tante scene d'azione splendidamente rese da tavole assolutamente dinamiche) che contribuisce alla valutazione positiva dell'albo in questione. Bravo davvero.
Concludendo
Acquisto obbligato. Una storia molto bella, carica di fascino e che sarà fondamentale per capire i prossimi sviluppi dell'Universo Ultimate.

martedì 29 maggio 2012

Saguaro #1: Ritorno a Window Rock

Parliamo di una cosuccia nuova uscita da poco in edicola. Ovvero: parliamo del primo numero di Saguaro. Per gli interessati metto anche il link dell'intervista rilasciato da Bruno Enna a Comicus.

E ora passiamo alla storia. Com'è? Merita? Si o no?
Beh, si. Anche se è ancora prematuro dare un giudizio sulla serie nel suo complesso (per un primo commento del genere ci si sente tra un annetto...) possiamo dire che questo primo albo crea una certa attesa nel lettore.

La storia
Capiamoci: in se e per se la storia che ci viene raccontata non ha nulla di epico. Cosa naturale trattandosi solamente di un primo numero avente come obiettivo quello di introdurre personaggi, situazioni e luoghi che dovranno diventare familiari. Al momento quindi tutto risponde in buona parte ad una serie di stereotipi, ma ci sarà poi tempo per una maggiore evoluzione di tutti gli elementi indicati.
Molte però le cose che mi sono piaciute. A partire da Thorn Kitcheyan, alias Saguaro. Enna introduce il protagonista senza particolari premesse, senza perdersi in lunghe spiegazioni sulle caratteristiche del personaggio e lasciando che le stesse risultino naturalmente dallo sviluppo della trama.
Alla fine abbiamo capito che si tratta di un duro che sta a metà strada tra le tradizioni del popolo Navajo e la modernità rappresentata dai bianchi. Immaginabile (ci viene detto anche nella rubrica iniziale e ricordato nell'ultima pagina) che questo "stare a metà" di due mondi sarà uno dei temi principali (richiamando in parte alcune storie passate di Zagor, forse).
Viene introdotto anche il tema della scontro tra Thorn e l'ottuso capitano Walken. La cosa interessante è che l'odio dello sceriffo nei confronti del protagonista non è dovuto a motivazioni razziali, ma ad una questione molto più personale. Inutile dire che l'aver evitato la tematica razziale è, secondo me, cosa buona e giusta. Ci sarà occasione per storie di questo tipo, ma farne una delle colonne portanti avrebbe forse reso il tutto troppo scontato.

Infine è ancora presto per dare una valutazione su altri personaggi, anche se già ora Kai Walken e Art Parker appaiono molto interessanti. Ma già il mese prossimo dovremmo saperne di più.
Per concludere con la trama diciamo solo che la storia fila bene, rifacendosi per altro al film "Non è un paese per vecchi". Forse, per essere un primo numero, succede fin troppo, ma non è ragione per lamentarsi. Nulla di epico si diceva sopra. Ma comunque gradevole quanto basta.

Disegni. 

Discreta la prova di Fabio Valdambrini. Uno stile che, complici anche gli scenari e le ambientazioni, richiama molto Tex e, seppur meno, Magico Vento. Anche qui nulla di eccezionale (ha fatto di meglio in passato) ma comunque nessuna ragione per formulare lamentele di sorta. Insomma: bene dai.

Concludendo 
Un buon inizio senza dubbio, anche se manca ancora molto (ovviamente!) per considerare conclusa la fase "introduttiva". Però il mese prossimo acquisterò volentieri il secondo albo. Se non altro sono curioso.

Valutazione
Soggetto (di Bruno Enna): 7
Sceneggiatura (di Bruno Enna): 7
Disegni (di Fabio Valdambrini): 7

lunedì 28 maggio 2012

Spider Island. Ossia la tua illeggibile ragno-saga di quartiere.

Di Spider Island abbiamo già parlato qui e qui. Vale la pena di dare l'estrema unzione a questa fesseria di saga in modo da impedire a qualunque sprovveduto di commettere il grave errore di leggere questi 6 albi.

Storia
Cominciando dalla storia diciamo subito che alla fine è una cagata pazzesca (cit.). Non è per cattiveria. Si possono digerire tante cose. Tipo Peter Parker che si da al kung-fu perchè non ha più il senso di ragno....Ma è difficile tollerare una trama che va avanti un po' a caso. Che pare che Dan Slott abbia scritto il tutto tra una pausa caffè e l'altra. Tipo "che ci metto qua?", "mah, si dai facciamo un Re Ragno...che non serve ma fa bello".

E infatti, volendo essere seri, i protagonisti della storia si muovono senza alcun filo logico. Si comincia da Peter che si muove a caso per tutto il tempo, travolto dagli eventi, certo, ma anche completamente privo di uno straccio di idea. Che l'eroe appaia per tutto il tempo come un imbecille è una cosa grave di per se, resa qui ancora più grave dal fatto che manca completamente di personalità. Per la nota le 4 battute in croce che recita servono solo a dare un contentino ai fans. Nulla di più.
L'uso dei nemici è, se possibile, ancora peggio. Dello Sciacallo abbiamo già detto, ma vale la pena di ricordare che appare come una simpatica macchietta che nulla ha della psicotica grandezza che lo ha caratterizzato nel corso degli anni. Non bastasse qui fa il paggetto di corte. Di Kaine meglio quasi non parlare: orrendo l'uso che se ne è fatto all'inizio (abbastanza da darsi all'alcolismo per dimenticare), peggio ancora il tentativo di rattoppo apportato alla fine. Clone di Peter in tutto e per tutto, tanto da essere affetto dalla sua stessa mediocrità per tutta la storia. Infine Adriana Soria, anzi aspettate....
...quella tettona di Adriana Soria, che come nemico non mi ha mai convinto e di cui non sentivo assolutamente la mancanza, che mette in piedi un piano che alla fine ti viene da dire "eh vabbè allora....".

La cosa più triste è l'uso che viene fatto dei Vendicatori. Picchiano per tutto il tempo (e questo va benissimo), ma non servono assolutamente a nulla (e questo è male) e alla fine sono del tutto superflui e decorativi (e questo te le fa girare a mille...). 

Quindi: personaggi scialbi, una trama tirata per i capelli, vecchi nemici resi ridicoli e un senso di pressappochismo diffuso. Peggio non si poteva...  

Disegni
Non sono un fan di Humberto Ramos. Ma qui, oggettivamente, la prova è stata davvero mediocre. Fisionomie abbozzate, visi squadrati, scene d'azione incomprensibili, anatomia dimenticata e tanta, tantissima confusione.
(Tipo....no dico: guardate la mascella di Mary Jane!)

(o le orrende fattezze del volto di J.Jonah nostro...)

Prova negativa su tutti i fronti, fatto però salvo il 4° capitolo disegnato decentemente (il che rende tutto il più irritante dando la consapevolezza che la prova poteva essere di ben altro livello). A farti girare ancora di più le palle c'è il fatto che il prologo e l'epilogo sono stati disegnati da Stefano Caselli. Che ha fatto, invece, ben altro lavoro.
(oh si, molto meglio!)

(ma davvero...)

Avesse disegnato lui tutta la saga avrei senza dubbio avuto qualcosa da salvare. 

Voto. 
Di regola do un voto chiaro solo agli albi prodotti in Italia. Ma ci tengo a far sapere cosa penso di questa fastidiosa sarabanda. Quindi un bel 4 a Spider Island non glielo leva nessuno. 


sabato 26 maggio 2012

I gruppi che...anche oggi! Primo: Amon Amarth

Variante autorizzata dal sommo consiglio dei saggi alla rubrica "gurppi che: quando ero ggggiovane!". Che poi si finisce per credere che oggi me ne stia rintanato in un antro buio e umido ad ascoltare Arisa e porcate varie.  Cosa vera solo per la parte dell'antro buio. Vediamo quindi le band merdallare che ascolto ancora oggi. 
Non intensamente come anni fa, quando la mamma ti prendeva a forbiciate nella schiena che le avevi rotto le balle con la musica sparata a mille, ma ancora spesso. Cioè spesso se ti va musica da sega-ossa.... uff...ok, come preambolo può bastare. Assai...










Amon Amarth. Cioè oggi si parla dei vichinghi. 


Cantori autorizzati direttamente dagli stessi Dei norreni, noti per la capacità di alzare un muro sonoro di tale impatto che ti si sbriciolano le ossa. E oggettivamente: gruppo che dal vivo spacca i culi (peraltro i loro concerti durano tra le 2 e le 3 ore...).

L'inizio.
Si inizia da un mini del 1996 equiparabile ad una reliquia dei tempi andati: Sorrow throughout the nine worlds, titolo che fa vichingo su una scala da zero a "arriva il drakkar e raderanno al suolo il villaggio". 
Che, si, la copertina fa schifo al cazzo. Però la title track (QUESTA) era una roba pazzesca. Che erano 5 pezzi grezzissimi come solo agli albori si possono fare che già te li facevano amare. 

E si arriva subito al 1998. Quando sparano una roba che da sola basterebbe per dire "oh, noi il nostro lo abbiamo dato, possiamo vivere di rendita e voi arrangiatevi". Che vuol dire? Che hanno dato alla luce Once sent from the golden hall. 
Che si, la copertina fa ancora schifo. Ma è l'ultima che fanno male. Che poi anche l'artwork vuole la sua parte! 
E qui rulla tutto. Nell'ascoltarlo ti segano le ossa a colpi di chitarra e ti sanguinano le orecchie che è una meraviglia. Pezzi fighi? Mah...tutti! Tipo "Victorious March" . Ma è solo una delle perle. 

La fine della prima era 
Non paghi i baldi vichinghi, finito di bruciare villaggi in giro per l'Europa e di rapire giovini principesse per il mero gusto di farlo, decidono di darci dentro di nuovo. E, nel 2000, arriva l'album che ti ha fatto impazzire la prima volta: The Avenger (che si, c'è anche Thor, ma non quello della Marvel purtroppo e neanche i suoi compagni d'arme...). 
Emmò la copertina adesso è bullissima. Che invero (!) di canzoni te ne piacciono per davvero solo 3. Ma andresti ad un concerto solo per quelle 3 e fanculo il resto. Quali sono? Sotto!
Le altre mi son piaciute meno. Ma sembre abbondamente sopra la media .

A questo spettacolo su cd segue, nel 2001, The Crusher. 
Cover carina, non fosse per il vichingo disegnato da un infante... 
Che come album non era male, aveva i suoi bei pezzi, tipo Masters of War. Solo che alla fine era il 3° album perfettamente uguale che facevano (3+1 con il mini...) e quindi non lo hai mai amato alla follia. Carino, ma niente di che... 

Il picco della prima era 
Anno del signore 2002 (l'era norrenica non la so...mica ho letto l'Edda poetica...). Vede la luce Versus the World.
E con la cover ci siamo di nuovo.
Ecco: se esiste una colata di acciaio più maestosamente epica di questa non ho ancora avuto modo di ascoltarla. Tanto era epico Once sent from the Golden Hall quanto questo è da mitologia. 
Due pezzi su tutti:
1- La massacrante e devastante Death in Fire
2- e la title track più spettacolosa di sempre, ossia Versus the World
Ah...si noti che la sua voce è sempre più bassa, roca, cavernosa e potente. 

La fine, poco gloriosa della prima stagione
Nel 2004 i nostri tornano a farsi sentire. Con Fate Of Norns. Solita carica di mitologia norrena e soluzioni interessanti. Qualche innovazione....ma pochissimo mordente. Che l'album alla fine è discreto, ma dopo quanto visto e sentito finora ci rimanevi offeso... 
(nella sua semplicità è forse la copertina che apprezzo di più)

Alla fine di questo album salvi per davvero poca roba. Però anche qui ci sono delle perle. Una tra tutte: Arson .

La seconda era e tre cd della Madonna. 
Seconda era perchè, pur vincolati dal genere, apportano qualche modifica al precedente stile. Non molto ma qualcosa si nota. Se possibile il muro sonoro diventa ancora più massiccio. E le chitarre restano quelle di sempre, solo più lente. 

Si inizia con With Oden on our Side, 2006. 
(si, dai, cover al risparmio questa volta...)

Che fino alla quarta traccia ti era piaciuto, ma niente di che. Poi arriva la quinta canzone. Arriva Gods of war arise, segue With Oden on our side e da li via fino alla fine con la bava alla bocca .

Nel 2008 esce l'album che che ho consumato a forza di ascolti. Una manna dal cielo di nome Twilight of the Thunder God 
(copertina da top 10 del millennio

Qui è facile. Tolta la seconda traccia, Free will sacrifice, non ce n'è una che non vada asoltata millemila volte. Ne prendo due: 

Infine, ma solo per ora, arriva, nel 2010, Surtur Rising. Surtur, il gigante di fuoco che sta a guardia di Muspellsheimr, il regno di fuoco, e che nel giorno del Ragnarok brucerà la Terra con la sua spada. Che aspettarsi da un cd del genere? Fuoco e fiamme ovviamente... 
(vi avevo detto che le cover meritavano...)

Ultima fatica. Per ora. E anche qui tanta roba. Una su tutte: A Beast am I.

E noi si chiude qui. Che gli Amon dominano e c'è poco da aggiungere.  

venerdì 25 maggio 2012

7 magnifici della Nba degli anni '90.

Nel mentre il post di ieri sbriciola i record di accessi al blog (bravi, bene, che così settimana prossima magari ve ne faccio un altro uguale)....e boh, nel mentre niente, che quello che avevo da dire l'ho messo tra parentesi...

Ok, mi sento in vena di classifiche. Niente topa oggi però...anzi l'opposto. Si parla di giocatori Nba anni '80 e '90 che mi piacevano un botto. Che oggi hai i campioni che fanno infrazione di passi ogni volta che hanno la palla in mano e che applicano la nuova regola della scelta del piede perno (che no, non è una regola, sono loro che sono un'offesa alla decenza...). Campioni. Insomma. Campioni un cazzo! Che Carmelo Anthony a Larry Bird non gli allacciava neanche gli scarpini...
Vamonos!

1- Hakeem Olajuwon 

Prendi tutti i centri di oggi e buttali nel cesso. Mvp delle finali del 1994 e 1995 (dove massacrò Shaq....Mica cazzi....), oro olimpico ad Atlanta '96, che si era nigeriano, ma poi, un po' per caso e un po' perchè guarda la!, divenne americano e andò a far parte del Dream Team. Che non era dream come quello del 1992 ma quasi. 

2- Robert Horry 

BIG SHOT ROB! Il Serial Killer della sirena. Divenuto leggenda per il numero di gare decise allo scadere con la tripla della vittoria. Nella foto c'è quella volta li di gara 6 allo Staples Center, quando i Kings andarono a +23 (avanti 3-2 nella serie). Poi Shaw e Horry rimettono i Lakers a -2. E poi con la sirena che suona arriva l'assassino con il canestro del 100-99. Lakers pari, poi vincenti in gara 7 e alla fine arrivò il "three-peat". Per la nota di titoli ne ha vinti 7


3- Penny Hardaway 

Lacrimone di commozione. Che era solo uno dei giocatori più spettacolari che hai mai visto con una tecnica che dovevi farci delle registrazione e mettere quelle capre che giocano adesso a prendere appunti per qualche annetto. Ma era fatto di cristallo. E quindi niente: dopo le finali del 1995 con Orlando (perse) finì col passare da un infermeria ad un ospedale. Senza mai più tornare a giocare con continuità. Con dolore di tutti coloro che amano il basket.

4- Alonzo Mourning
Si è ritirato da poco è vero. Ma era davvero uno degli ultimi giocatori a darmi qualche motivo per guardare ancora l'NBA. Mostruoso e monumentale. Un incubo per chiunque entrasse nella zona pitturata. Non avesse avuto la sfiga di ritrovarsi con tutti quei problemi di salute avrebbe vinto ben più che un solo titolo.... 

5- Pat Ewing 
Sempre della serie "più grossi, più forti, più bravi". Che per un centro così oggi farebbero la fila tutti. Che poi non abbia vinto il titolo diventa un dettaglio del tutto secondario. Ma davvero.

6- David Robinson
Che dai, lo ammetto, David "The Admiral" Robinson era il mio idolo. Ed era un lungo con una tecnica mostruosa. Tutti che giocano centro in questa lista? eh...che ci vuoi fare, il fascino del basket vero... 

7- Reggie Miller
Per chiudere. Il suo tiro in sospensione era una roba talmente spaziale che ogni tanto te lo vedi ancora in sogno. Che non faceva molto altro (e soprattutto difendeva dimmerda). Ma stiamo parlando di uno dei migliori tiratori di sempre. Basta no?